RUVO COL DECRETO SICUREZZA CI VUOLE IL PERMESSO DI SOGGIORNO ANCHE SE LO STRANIERO NON VIVE IN ITALIA. COSÌ ROSANNA CAPEZZANO VOLA IN AFRICA Rosanna e Mohamed lavorano in un villaggio a Sharm. Avrebbero voluto festeggiare le nozze qui, invece... Quando per il fatidico «sì» la burocrazia ci mette lo zampino... Già una coppia d’ita - liani per sposarsi deve imbattersi in una sorta di corsa ad ostacoli (documenti, certificati, estratti), figuriamoci quando i due «promessi sposi» sono un’italiana cattolica e un egiziano musulmano. Ne sa qualcosa, infatti, una giovane coppia di futuri sposi, una donna ruvese, Rosanna Capezzano, 28 anni ad agosto, che lavora da alcuni anni come responsabile nella parte dedicata ai bambini in un villaggio turistico a Sharm El Sheik. La rinomata località turistica egiziana posta nella parte meridionale bagnata dal Mar Rosso. Un villaggio «galeotto» dove ha conosciuto il suo compagno di vita, un egiziano di 25 anni, Mohamed Abdel Samad Ibrahim Mohamed, che lavora da anni come barista nello stesso villaggio e ad altre attività in quel magico posto in terra araba. Alla fine decidono di sposarsi. Regola vuole di solito che si scelga la città della promessa sposa. I due avrebbero voluto pure sposarsi in Italia, a Ruvo, ma per quel cavillo burocratico quel «sì» lo diranno molto presto in Egitto, proprio fra qualche giorno, prima di ferragosto. Una storia d’ordinaria burocrazia che tocca le corde della diplomazia internazionale tra l’Italia e l’Egitto, per sfociare anche nei rapporti tra cattolici e mussulmani, leggi, normative, articoli, certificati per il matrimonio. Inoltre, il caso in questione invade per un pizzico anche il discusso decreto «sicurezza» che andrà in vigore dal prossimo 8 agosto. Alla coppia sembrava che sposarsi senza intoppi fosse la via ideale per coronare il sogno. Invece il consueto vortice di documenti, certificati, carte e quant’altro utile da presentare prima del fatidico momento si è frapposto di mezzo come un passaggio a livello. L’inghippo? Il nulla osta da cui poter evincere che lui non è legato in matrimonio con altre donne. L’Egitto, infatti, riconosce nella coppia il rapporto di «poligamia», il genere di legami sentimentali tra un uomo e due o più persone dell'altro sesso. Per sposarsi in Italia attraverso una procura rilasciata al padre della sposa, Mohamed ha dovuto presentare un carteggio pieno di documenti tradotti dalla cancelleria del Tribunale di Trani. Tra questi, come richiesto dalla normativa italiana, non c’era il nulla osta (il certificato ufficiale di un’autorità egiziana, un consolato, un’ambasciata, ecc.) da cui far risultare la condizione del giovane necessaria per contrarre matrimonio (art. 86 del codice civile). Nella documentazione c’era, invece, un’«autocertificazione» scritta dal padre di Mohamed di proprio pugno con la presenza di due testimoni egiziani in cui risultava come il proprio figliolo fino a quel momento era ed è «single». Ma non è bastato. «Non abbiamo fatto altro che applicare l’art. 116 del codice civile - ha detto il responsabile dell’ufficio dello Stato Civile di Ruvo, Antonio Pellicani - che prevede il nulla osta dell’autorità straniera o del Paese da cui sono originari gli sposi. Così è per tanti altri matrimoni tra italiani e nazionalità diverse. Sulla base di questi documenti abbiamo solo potuto procedere con la pubblicazione all’albo pretorio del loro matrimonio». Inoltre, «secondo l’ultimo decreto sicurezza che andrà in vigore dal prossimo 8 agosto - ha aggiunto il funzionario - per potersi sposare in una coppia di nazionalità differenti oltre al nulla osta adesso servirà anche il permesso di soggiorno». Quindi per potersi sposare non basta un’autocertificazione di «celibato» o di «nubilato». «I responsabili dell’ufficio sono stati molto disponibili, anzi - ha detto Chiara, la sorella maggiore di Rosanna in questi giorni assente per prepararsi all’evento - però le diverse difficoltà burocratiche hanno fatto desistere e convinto mia sorella a sposarsi in Egitto. Lei partirà fra pochi giorni. Non sarà come qui da noi. Durerà due minuti, senza cerimonia e senza fronzoli e bomboniere. Non c’è poligamia, loro si amano e basta».
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