Le tasse non vanno in ferie. Entro la fine di agosto sono all'orizzonte ben undici scadenze fiscali o contributive, con 29 miliardi di imposte da versare da parte di imprese e lavoratori autonomi, al netto dei contributi previdenziali. A fare i conti è l'Ufficio studi della Cgia, sottolineando che la voce che da un punto di vista economico graverà maggiormente sulle tasche dei contribuenti sarà l'Iva: il gettito dovrebbe superare i 13 miliardi di euro. In seconda battuta arriva il versamento da parte dei datori di lavoro delle ritenute Irpef di dipendenti e collaboratori, pari ad un importo di 7,6 miliardi di euro e il pagamento del saldo e dell'acconto Irpef che dovrebbe garantire un gettito di 2,45 miliardi. Altri 1,7 miliardi giungeranno nelle casse dello Stato dal pagamento dell'addizionale Irpef, mentre dall'Irap e dall'Ires sono previsti altri 3 miliardi. Infine, i lavoratori autonomi dovranno versare le proprie ritenute Irpef per un importo che dovrebbe toccare 1,3 miliardi di euro. Una somma ingente per le casse dell'erario, che, evidenzia la Cgia di Mestre, rischia di aumentare ulteriormente nel prossimo anno: nel caso in cui il Governo non fosse in grado di reperire le risorse sperate dalla spending review o non dovessero arrivare maggiori entrate (magari a seguito della tanto attesa ripresa dell'economia), scatterà la cosiddetta 'clausola di salvaguardia'. In altre parole, come confermato alla Camera dal ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, a fronte del mancato taglio della spesa, i contribuenti saranno chiamati a sopportare un aggravio fiscale di 3 miliardi di euro a partire dal 2015, con cifre poi crescenti. La legge di stabilità 2014 prevede, infatti, che - con Dpcm da emanarsi entro il 15 gennaio 2015 - si avvii la revisione delle agevolazioni e detrazioni fiscali in misura tale da garantire tre miliardi nel 2015, sette nel 2016 e dieci nel 2017. Nella peggiore delle ipotesi, però, l'intenzione del Governo sembra essere quella di rimodulare il taglio delle detrazioni, con l'obiettivo di ridurle in modo maggiore ai ceti più abbienti o alle imprese, senza toccare le classi più in difficoltà. E' da anni che governi di diverso colore, tecnici e politici, si propongono di affrontare il tema delle agevolazioni, pallino dell'Ocse da cui proviene il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan e sul quale l'Italia ha incassato lo scorso gennaio una dura reprimenda del Fondo Monetario Internazionale, che ha parlato di agevolazioni fiscali "eccessivamente alte" e di un monte 'bonus' da 160 miliardi, su 60 dei quali si può lavorare di forbice. Fra questi, nella 'giungla' di agevolazioni più volte condannata, in molti suggeriscono di pescare fra i bonus per le spese per l'asilo o per i costi dei funerali, per gli affitti degli universitari fuori sede fino a quelli per le spese veterinarie o per la palestra dei figli. |