Un’Italia in crisi, economica e morale, non poteva certo essere terreno di rinascita per la nostra Comunità. Ruvo, invero, nel corso degli ultimi tempi, si è incamminata in un sentiero assolutamente lineare e che seppure sconnesso, sembra poter portare anche a pericoli di default serio.
Tanto, in un contesto di crisi e sfiducia che dal generale si è radicato nel locale : chiuso l’unico cinema cittadino, riaperto ma non funzionante lo stupendo spazio del Palazzo Caputi, usato a singhiozzo il Convento dei Domenicani e comunque senza un progetto. Tranne il Talos Festival e la provvida stagione del Teatro, nessun moto culturale pervade la città ed i nostri giovani disertano sistematicamente spostandosi nei centri viciniori.
I nostri imprenditori, del resto, storditi dalla tassazione locale elevata e dalle difficoltà insediative, disertano ed investono altrove, mentre i commercianti ed artigiani chiudono e non vedono premialità o prospettive di crescita. Una sagra all’anno non basta per fare primavera ….
L’amministrazione, del resto, difende l’(in)esistente sua politica con le ristrettezze, i tagli, le criticità enormi che vengono dalla vicenda degli espropri, per la quale ogni ruvese sta pagando tasse elevate ed un mutuo esoso, legato alle differenze scaturite dalle sentenze che hanno determinato il prezzo definitivo degli espropri nei vari comparti edificatori e che toccano oramai drammaticamente decine di famiglie delle cooperative edilizie nate negli anni ’90.
All’amministrazione, però, si chiede gestione e progetto. Quel che manca seriamente e che ci porta sempre più a considerare l’esigenza di un patto per la rinascita della città senza orpelli politicanti e partendo dalla necessità di evitare lo sfascio ed amministrare seriamente, partendo dalla consapevolezza che bisogna coinvolgere tutte le forze attive, propositive e concrete, consce solo del fatto che bisognerà lavorare e sacrificarsi e che il governo della comunità ruvese – oggi come oggi – significa solo amore e passione e che porterà non a rendite, ma a perdite.
Un 2014 di ombre , assolutamente estese e persistenti, come ancora dimostra la vicenda della protezione civile a riscontro della emergenza neve nella viabilità cittadina, che se da un lato dimostra l’impreparazione anche dei stessi cittadini, dall’altro non è stata aiutata da una organizzazione seria, visto che mezzi adatti e continuamente impegnati se ne son visti proprio episodicamente, a differenza degli altri comuni.
E poi, la vicenda emblematica della rifacimento della villa di Piazza Dante, unica opera pubblica messa in campo dal centro sinistra nell’ultimo decennio, che sconta oramai quasi due anni di ritardo nella consegna, con costi troppo alti rispetto al realizzato e con modalità di “risparmio forzato” (scelta diverse tipologie di panchine ), per non parlare delle scelte tecniche ed edificatorie, rappresenta l’impasse di questa amministrazione, ma del resto deve suggerire al centro destra la strada del progetto, della ricerca per tempo di una candidatura forte ed unitaria, ma necessariamente nuova, fresca, giovane, che superi veti incrociati ed impasse incapacitanti. Non per questo però, dovrà essere un cammino “chiuso”, arroccato, che anzi ritengo che bisognerà ripartire dal territorio ed aprirsi a quanti vogliamo veramente costruire, a partire dai movimenti civici ed alle liste come quella del movimento cinque stelle ed al centro cattolico a Ruvo sempre lontano dalla sinistra.
Per questo, proviamola nuova questa avventura delle nuove elezioni comunali , sin dall’inizio del 2015 e con la massima possibilità di “ascolto” e di aggregazione, augurandoci di non avere sgradite sorprese nel prossimo futuro di una comunità che vorremmo vedere crescere e non spegnersi, come ora sta accadendo.
E se un senso vogliamo dare al prossimo anno, dovrà essere certamente diverso dalle orazioni renziane (goffo se non fosse tragico,il suo commento “strepitoso” alle operazioni di recupero dei naufraghi del traghetto, frutto della fretta di accaparrarsi i meriti e senza aspettare l’esito invero tragico delle stesse con gli scomparsi,anche italiani) e dello stesso Presidente oramai uscente della Repubblica, il quale ultimo si “commuove” per i marò,ma li dimentica (!!) nel suo intervento e scorda molti indifesi, come i suoi concittadini della Terra dei fuochi.
Sterzata, si impone, con i fatti. Buon 2015 .
Vito Angelo Ippedico
Assemblea Nazionale Fdi-AN |