di ANTONIO VISICCHIO (Referente Comunicazione Istituzionale Laboratorio Privacy Sviluppo – Garante per la Protezione dei Dati personali)
La democrazia del terzo millennio passa attraverso Facebook. Negli ultimi tempi il più famoso social network è prepotentemente al centro dell'agenda tecnologica dei media. Articoli, inchieste sui settimanali, servizi ai telegiornali. Temi che spesso sono inquinati da una sorta di pregiudizio tecnologico e che lasciano in penombra tutto quello che di buono c’è sui social network. La Civicratic web action ne è un esempio. Una realtà unica, un esperimento innovativo di circa 40 gruppi attivi su Facebook. Per prendere dimestichezza con questo nuovo modo di intendere la vita pubblica è già attivo il profilo “Civicrazia Italiana”. Una rete nella rete. Una forza propulsiva che spinge verso il raggiungimento di un obiettivo comune: rendere il cittadino davvero protagonista del nostro Paese. In un'unica parola: CIVICRAZIA. Variegati i gruppi che aderiscono all’iniziativa. Spesso sono l’interfaccia di illustri associazioni che operano in vari ambiti del sociale: dal Wwf, alla Caramella buona, passando per Federcontribuenti e Angeli della notte. Altre volte, sono di formazione spontanea e a forte connotazione umanitaria, come “Amici di Suor Maria Mazzone”, gruppo della missionaria ruvese in Zambia. Ogni gruppo è la stanza di una bellissima casa in cui tutte le stanze sono comunicanti. È questa la casa della Civicrazia, piena di sole e vuota di ombre, proprio perché ogni stanza è l’ingresso di un’altra. La comunicazione riesce così ad aprire ogni porta, anche la più impenetrabile. Sconfigge i fantasmi e illumina d’immenso. I periodici incontri di questi gruppi sono detti “Facebook Day”. Si svolgono dinanzi al Parlamento italiano, nella sede del Garante della privacy. È così che il brusìo inascoltato del cittadino diviene “urlo” civicratico delle associazioni. Impossibile allora non ascoltarlo. Il Facebook day è la giornata del libro aperto. La giornata in cui si legge negli altri e ci si lascia leggere, si condividono esperienze passate e progetti futuri, per poter scrivere, magari, un nuovo capitolo di storia patria. Facebook sembra sposare questa esigenza: è di moda, è pieno di giovani e viene visto dai politici come uno strumento per allontanare lo spauracchio della casta e il disgusto politico che si avverte in questa fase della vita pubblica italiana. Punto di forza di Facebook è la velocità con cui si diffonde il passaparola. Un megafono che moltiplica all’infinito il messaggio Civicratico. La famosa “agorà” è ora sul web dove, è bene sfatare il mito, non circolano solo terroristi e parolacce. Un vero e proprio esperimento di democrazia virtuale. La “second life” della Repubblica italiana. Una svolta è allora possibile, se a chiederla sono i cittadini e le associazioni. Ed è così che Facebook mostra il suo lato migliore e più potente: quello che porta alla democrazia del futuro, alla Civicrazia, in cui saranno le persone stesse, ad essere –forse per la prima volta- al centro dello Stato.