Matteo Paparella e Futuro e Libertà lo spiegano in un’assemblea pubblica. Secca la replica in merito al programma presentato.
"L’indennità di esproprio è sì pari al valore venale ma deve rimanere nei limiti del valore dell’Ici dichiarato. Di conseguenza, se il proprietario ha dichiarato al Comune una somma inferiore al valore del suolo bene, vedrà ridotto l’indennizzo che gli spetta". E’ l’assunto che viene fuori dall’ultimissima sentenza del 14 aprile scorso (n. 8489 riportata dal Sole 24 Ore) emessa dalle sezioni unite della Cassazione, che chiarisce bene l’annoso problema che, da tempo, sta attanagliando le centinaia di famiglie ruvesi riunite in cooperative. Nuclei familiari che al momento possono tirare un sospiro di sollievo, considerata la "spada di damocle" sotto cui finora hanno vissuto, relativamente ai prezzi da pagare stabiliti da alcune sentenze e perizie contraddittorie (da 60 euro al mq. ai 298 euro il metro quadrato). L’ultima pronuncia della Consulta riepilogata anche dal "Sole 24 Ore" è stato, infatti, uno dei punti su cui si è concentrata l’attenzione durante (e soprattutto dopo) la partecipata assemblea svolta all’aperto con le famiglie residenti all’interno dei tre comparti edificatori interessati al tema (comparto A, B e C) inserita nel denso programma d’incontri in campagna elettorale del candidato sindaco, Matteo Paparella. Tra i 4 candidati a "primo cittadino" non si è sottratto al dibattito solo l’altro competitore, prof. Nicola Bucci, presente assieme ad una delegazione della lista civica che lo sostiene (Città in Movimento). Nella sostanza, la sentenza ha chiarito - secondo quanto ha spiegato il candidato sindaco durante la riunione – che l’entità dell’indennizzo da riconoscere al proprietario/contribuente espropriato si lega al valore autodichiarato in sede di prelievo comunale sulle aree edificabili, sulla base appunto dell’autodichiarazione del proprietario e dell’importo dell’Ici versata. La Consulta starebbe ora accertando solo le ipotesi in cui ci fossero casi di evasione o di omessa dichiarazione o finanche di dichiarazione di valori "irrisori" dell’Ici. Sulla problematica delle cooperative edilizie e delle "assurde" indennità d’esproprio accusate dai residenti si è espressa anche Futuro e Libertà che in una nota ha spiegato la situazione: "Sostenere che i problemi legati alle indennità di esproprio richieste dai proprietari dei fondi espropriati nei comparti edificatori, si possano risolvere mediante lo "scambio" con volumetrie da realizzare in altri siti (o peggio nello stesso comparto interessato) è innanzitutto illecito, illogico ed inopportuno. Pensare di edificare in un comparto qualsiasi, utilizzando un indice differente da quello indicato in sede di approvazione della variante di prg del 2000, è irrealizzabile poiché dovrebbe intervenire una variante di piano regolatore che notoriamente ha tempi biblici. Tra l’altro – aggiungono i componenti del partito di Fini - gli indici così come sono stati approvati, 0,90, 0,30 etc. a seconda che si trattasse di comparti con ERP ovvero comparti EP, hanno rappresentato la conclusione di un lungo e laborioso procedimenti statistico che ha determinato la necessità abitativa ruvese e quindi ha dimensionato il piano regolatore alle necessità della comunità. Quindi variare gli indici significherebbe fare saltare tutte le previsioni con conseguente scontato diniego dell’organo regionale da cui comunque deve passare la variante di piano. Dal punto di vista del rispetto del criterio di uguaglianza tra i cittadini , applicare un indice diverso rispetto a quello che resterebbe immutato nei comparti dove non vi è contenzioso, determinerebbe una sostanziale discriminazione per coloro che hanno inteso aderire immediatamente al consorzio, con rischio , elevato , di contenzioso. Da ultimo se accettassimo seppur astrattamente la possibilità di fare "migrare" in altri siti la volumetria ricavata dallo scambio con la rinuncia alle indennità di esproprio , e ci sobbarcassimo una variante di piano con le criticità innanzi anticipate, la P.A. dovrebbe accettare come dato assoluto le valutazioni economiche fissate nelle perizie giudiziali (oltre € 280,00) e intraprendere un braccio di ferro con i privati per quantificare i volumi effettivamente realizzabili. Ma c’è di più! Seppur fosse trovato l’accordo e la Regione Puglia non accettasse tale "migrazione" e tale nuovo dimensionamento del piano, ci ritroveremmo con un contratto già realizzato e la P.A. sarebbe oggetto di contenzioso risarcitorio da parte di quegli stessi soggetti privati che oggi agiscono contro le cooperative, finendo per complicare ulteriormente le questioni. Ed allora la soluzione del problema passa dalla proposizione dei giudizi di "revocazione" delle sentenze già emesse per giungere ad una più equa valutazione del prezzo di esproprio , dall’utilizzo delle norme del regolamento edilizio art.128, 129 per "forzare la mano" a costituire i consorzi e fare partire l’edilizia privata, ovvero la convenzionata in casi di omissione, l’accollo da parte della P.A. delle spese legali del contenzioso per ridurre l’incidenza a carico delle cooperative, e perché no , dalla proposta Futuro e Libertà della cessione delle aree a DM dei comparti, ai privati per realizzare servizi (mercati, strutture sportive, centri di ritrovo e socializzazione di zona, cinema, ecc.) utilizzando la logica del contratto di quartiere 2, ossia il moltiplicatore economico degli investimenti, a vantaggio dei soci delle cooperative che si troveranno ad eliminare in tutto o in parte il loro debito. Noi - conclude Futuro e Libertà - continuiamo a fare proposte serie. Le chiacchiere e l’incompetenza di altri non possono e non devono prendere in giro le famiglie."
Riguardo al programma, il dott. Paparella, ribadisce quanto detto nel comizio: "Il programma che ho presentato, è esattamente quello del 2006 condiviso, tra gli altri, anche da Alleanza Nazionale e Forza Italia. Si tratta non di una svista, ma di una precisa scelta, di una calcolata provocazione politica. Il riferimento è sopratutto alla questione delle cooperative edilizie, delle indennità di esproprio e dei famosi ed arcinote art 128 - 129 130 del regolamento edilizio. |